mercoledì 9 aprile 2008

Eugenio/a

Il nome Eugenio/a trae origine dall'accostamento di due parole greche: eu (=bene, buono) e ghénos (=nascita, stirpe); pertanto, il suo significato è di buona nascita, di nobile stirpe.
Il nome ha trovato una buona fortuna in ambito cristiano, per cui numerosi sono i santi cui si può far riferimento per l'onomastico; tra essi, sant'Eugenio vescovo di Milano ai tempi di Carlo Magno, ricordato il 30 dicembre; sant'Eugenio I, papa nel sec. VII (primo dei quattro pontefici a lui omonimi), festeggiato il 2 giugno; sant'Eugenia di Roma, figlia del prefetto romano in Egitto ai tempi di Gallieno (sec. III) che per preservare la propria verginità si travestì da uomo e si ritirò in un monastero di cui successivamente venne eletta abate, prima di essere smascherata ed infine decapitata, viene commemorata il 25 dicembre.
Eugenio fu nome ricorrente anche in ambito nobiliare: si possono ricordare il principe Eugenio di Savoia, celebrato generale dell'esercito asburgico nel Sei-Settecento, il generale francese Eugenio di Beauharnais, figliastro di Napoleone Bonaparte che lo nominò ViceRe d'Italia, l'Imperatrice Eugenia, bellissima contessa spagnola divenuta moglie di Napoleone III, e la Regina di Spagna Vittoria Eugenia di Battenberg, nonna paterna (di ascendenze inglesi) di Re Juan Carlos.
Altri Eugenio famosi: Eugenio Pacelli, papa con il nome di Pio XII; il giornalista Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica; i cantautori Eugenio Finardi ed Eugenio Bennato; il comico Gene Gnocchi [nell'immagine] (all'anagrafe Eugenio Ghiozzi).
Per finire, il poeta e giornalista Eugenio Montale (1896-1981), premio Nobel per la Letteratura nel 1975. Tra le tante poesie, mi piace citare questa, scritta dopo la perdita della moglie:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
Le trappole, gli scorni di chi crede
Che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
Erano le tue.
Tra gli Eugene, versione inglese e francese di Eugenio, ricordo: un'altro premio Nobel, il drammaturgo americano Eugene O'Neill (1888-1953), l'autore del dramma teatrale Il lutto si addice ad Elettra; un altro drammaturgo, Eugene Ionesco (1909-1994), francese di origini rumene, autore de La cantatrice calva.

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