Neleo era un personaggio della mitologia greca: figlio del dio Poseidone e della bella Tiro, aveva un gemello di nome Pelia; temendo l'ira della matrigna, Tiro tenne nascosta fino all'ultimo la propria gravidanza e, una volta partoriti i gemelli, li espose in montagna; essi furono trovati e cresciuti da un guardiano di cavalli e, quando furono adulti, scoprirono la verità: per vendicarsi, Pelia uccise la matrigna della madre presso l'altare del tempio di Hera e, per punire il sacrilegio, Neleo lo cacciò. Egli divenne poi re della città di Pilo e morì per mano di Eracle quando questi conquistò la città.
Neleo significa lo spietato; non ebbe particolare fortuna come nome personale, a differenza dei due patronimici femminili che ne derivano: Nelia e Nèlide, anche se quest'ultimo veniva utilizzato nei poemi per indicare uno dei figli maschi di Neleo, Nestore, che sopravvisse alla distruzione di Pilo e prese il posto del padre come re; quando scoppiò la guerra di Troia, Nestore era già molto anziano, ma si recò sul campo di battaglia per dispensare ai Greci i suoi saggi consigli, come narra Omero nell'Iliade.
Come nome femminile, Nelide cominciò ad essere utilizzato alla fine dell'Ottocento, quando Daniel Stern (pseudonimo della contessa Marie d'Agoult, che fu amante di Liszt) lo utilizzò per la protagonista di un suo romanzo, Nelida.
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