Agamennone di Micene era un re della mitologia greca. Fratello maggiore di Menelao, il re di Sparta abbandonato dalla moglie Elena, egli si mise a capo della coalizione greca contro la città di Troia, dove Elena era fuggita con l'amante Paride, figlio del re troiano. Prima di salpare, per avere i venti a favore, Agamennone sacrificò alla dea Artemide la figlia Ifigenìa, e tale morte gettò le basi per il rancore di Clitemnestra, la sua sposa: tornato in patria dopo la distruzione di Troia, dieci anni dopo l'nizio delle ostilità, Agamennone venne ucciso proprio dalla moglie con la complicità dell'amante di lei, suo cugino Egisto. Anni più tardi, Agamennone sarebbe stato vendicato dal figlio Oreste, che infatti assassinò la madre ed il patrigno. Questa serie di sciagure e delitti fornì il materiale per diverse tragedie, da quella del drammaturgo greco Eschilo nel sec. V a.C., a quella dell'Alfieri nel Settecento.
Il nome Agamennone deriva dal greco, da aga (=molto, grande) e mnemon (=memoria) e significa dalla grande memoria.
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