Damocle è il protagonista di un aneddoto molto popolare riportato da Cicerone: si tratterebbe di un cortigiano del tiranno Dionigi di Siracusa (sec. IV a.C.) che, in adulazione del potente signore, l'avrebbe chiamato estremamente fortunato; per dargli una lezione, Dionigi gli avrebbe proposto uno scambio di ruoli per un giorno, cosicché Damocle potè godersi cibo, lusso e donne fin quando non si accorse di un'affilata spada, appesa al soffitto per un esile crine di cavallo, pendente esattamente sul suo capo; era stato Dionigi a farla appendere, perché Damocle capisse che la sua fortuna lo esponeva a continue minacce alla sua incolumità. Dall'episodio nasce la metafora della spada di Damocle, utilizzata per indicare un pericolo incombente.
Il nome ha origini greche: da demos (=popolo) e kleos (=gloria), significa gloria del popolo.
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