Il nome Cabiria fu coniato da Gabriele D'Annunzio per la protagonista omonima di uno dei primi kolossal del cinema muto italiano, ambientato ai tempi delle guerre puniche. D'Annunzio s'ispirò probabilmente alle figure mitologiche dei Cabiri, divinità d'origine orientale collegate all'oltretomba, che i Greci adottarono nel proprio pantheon quali discendenti e collaboratori del dio-fabbro Efesto; sembra che il loro nome derivasse dalla voce indoeuropea kabir, che significa grande, potente.
La Cabiria più famosa è un altro personaggio cinematografico, interpretato dall'attrice Giulietta Masina [nell'immagine] nel film di Fellini Le notti di Cabiria, vincitore dell'Oscar come miglior film straniero nel 1958: Cabiria è una giovane ed ingenua prostituta che incontra personaggi cinici e crudeli che ripetutamente le recano delusioni ed umiliazioni, ma nonostante tutto non smette di credere nella bellezza della vita.
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