I nomi Pallade e Pallante venivano usati spesso nella mitologia greca in modo interscambiabile, in riferimento a diverse figure di ambo i sessi. Derivano forse dal verbo greco pallein (=lanciare) con il significato di colui/lei che scaglia [la lancia]; secondo altra ipotesi, derivano dall'aggettivo pallax (=giovane).
Si chiamava Pallade una ninfa compagna di giochi della dea Athena, che durante un combattimento la uccise per errore; in segno di lutto, Athena assunse il suo nome (veniva spesso invocata come Pallade Athena) e fece costruire un suo ritratto, il Palladio, che, scagliato sulla terra durante la costruzione di Troia e conservato in un tempio, ne accompagnò le sorti e ne segnò la sventura.
Nell'Eneide si chiamava invece Pallante il giovane figlio del re Evandro che per primo accolse Enea ed il suo seguito sbarcati sulle coste laziali; fu al fianco di Enea anche nella guerra contro gli italici per la mano di Lavinia e fu ucciso proprio dal diretto rivale di Enea, Turno.
Il 10 aprile si ricorda san Palladio vescovo ad Auxerre nel sec. VII, mentre il 24 maggio si celebra santa Palladia di Ravenna, vergine e martire.
Il 10 aprile si ricorda san Palladio vescovo ad Auxerre nel sec. VII, mentre il 24 maggio si celebra santa Palladia di Ravenna, vergine e martire.
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