Secondo una leggenda, il più fidato dei consiglieri di Numa Pompilio, il secondo re di Roma e successore di Romolo, era una ninfa di nome Egeria. Fu lei a suggerire al re quali riti religiosi istituire, come coltivare la terra e come costruire a perfezione gli archi e le volte; e la devozione per questa divina ispiratrice fu tale che Numa ne divenne l'amante e poi, in segreto, lo sposo; e quando Numa morì, la ninfa si sciolse in lacrime, divenendo una sorgente.
Il nome Egeria è probabilmente di origine etrusca; tuttavia, secondo la tradizione popolare, derivava invece dal verbo latino egerere (=estrarre, portare fuori): Egeria è colei che aiuta nel parto, sia in senso metaforico come per Numa (che, grazie a lei, partorì le sue molte idee), sia in senso letterale, in quanto, come molte divinità che avevano a che fare con l'acqua e le fonti, Egeria veniva invocata dalle partorienti per lenire i dolori del travaglio.
Secondo altra ipotesi, Egeria sarebbe connesso con la radice indoeuropea aig, che indicava la quercia, oppure al greco aigerios che indicava il pioppo.
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